Sono stata in Cina per la prima volta nel 1986 per partecipare ad un congresso scientifico. Deng Xiao Ping era l'allora capo del governo. Le famose proteste di Piazza Tienanmen, che furono drammaticamente, erroneamente e dittatorialmente represse con l’esercito, indebolirono molto la figura autoritaria di Deng Xiaoping, il quale, ufficialmente, decise di ritirarsi dalle posizioni di vertice nel 1989. Sono ritornata in Cina nel 2017 per visitare le Rainbow Mountains. Le immagini dei rivoluzionari maoisti vestiti di giacche verdi militari e dei gruppi di operai che praticano il Tai Chi sono ormai un ricordo sbiadito: nei primi anni del terzo millennio la Cina ha intrapreso una fulminea trasformazione che oggi lascia sbigottito il resto del mondo. I giovani di Pechino, dimentichi perfino delle dimostrazioni del 1989 in piazza Tienanmen, sono interessati più a MTV che a Mao e gli slogan retorici della rivoluzione culturale hanno lasciato il passo ai telefoni cellulari e ai fast-food. Capire la Cina è davvero difficile, anche perché – più ancora che l’India – questo è un mondo a sé che spazia dalle metropoli moderne alle praterie della Mongolia interna passando per deserti, montagne sacre, rovine imperiali, villaggi arretrati e impianti industriali in frenetica produzione. Certo è che la Cina è un luogo di forti contrasti e di grandi bellezze, dall’esercito di terracotta di Xi’an alla grande Muraglia, dal fiume Yang-ze agli straordinari paesaggi della provincia di Guangxi. Ma attenzione: tutto potrebbe cambiare di nuovo da un momento all’altro.
I went to China for the first time in 1986 to attend a scientific congress. Deng Xiao Ping was the then head of the government. The famous Tiananmen Square protests, which were dramatically, erroneously and dictatorially repressed with the army, greatly weakened the authoritarian figure of Deng Xiaoping, who officially decided to retire from top positions in 1989. I returned to China in 2017 to visit the Rainbow Mountains. The images of Maoist revolutionaries dressed in military green jackets and groups of workers practicing Tai Chi are now a faded memory: in the early years of the third millennium, China embarked on a lightning transformation that today leaves the rest of the world stunned. Beijing's youth, even forgetting the 1989 demonstrations in Tiananmen Square, are more interested in MTV than in Mao and the rhetorical slogans of the cultural revolution have given way to cell phones and fast-food restaurants. Understanding China is really difficult, also because - even more than India - this is a world in itself that ranges from modern metropolises to the prairies of Inner Mongolia, passing through deserts, sacred mountains, imperial ruins, backward villages and frenetic industrial plants production. What is certain is that China is a place of strong contrasts and great beauties, from the terracotta army of Xi'an to the Great Wall, from the Yang-ze River to the extraordinary landscapes of Guangxi province. But beware: everything could change again from one moment to the next.